La Sacra Bibbia

Nuova Riveduta:

Giobbe 9:15

Avessi anche ragione, non gli replicherei,
ma implorerei misericordia al mio giudice.

C.E.I.:

Giobbe 9:15

Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.

Nuova Diodati:

Giobbe 9:15

Anche se avessi ragione, non potrei rispondergli, ma chiederei grazia al mio giudice.

Riveduta 2020:

Giobbe 9:15

Avessi anche ragione, non gli replicherei, ma chiederei misericordia al mio giudice.

La Parola è Vita:

Giobbe 9:15

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Giobbe 9:15

Avessi anche ragione, non gli replicherei, ma chiederei mercé al mio giudice.

Ricciotti:

Giobbe 9:15

Al quale, ancor che io avessi qualche ragione, non risponderei, ma come a mio giudice chiederei pietà.

Tintori:

Giobbe 9:15

Anche se avessi qualche ragione, non oserei replicare; ma implorerei la clemenza del mio giudice.

Martini:

Giobbe 9:15

Io che sebbene avessi qualche ragione non risponderò, ma implorerò la clemenza del mio Giudice.

Diodati:

Giobbe 9:15

Io, che quantunque fossi giusto, non risponderei, Anzi chiederei grazia al mio Giudice.

Giobbe è ancora giusto ai suoi stessi occhi, Giob 32:1, e questa risposta, pur esponendo la potenza e la maestà di Dio, implica che la questione tra l'afflitto e il Signore della provvidenza è una questione di potere e non di diritto; e cominciamo a scoprire i frutti malvagi dell'orgoglio e di uno spirito presuntuoso. Giobbe inizia a manifestare una disposizione a condannare Dio per giustificare se stesso, cosa per la quale viene poi rimproverato. Eppure Giobbe sapeva così tanto di se stesso che non osava sostenere un processo. Se diciamo: "Non abbiamo peccato", non solo inganniamo noi stessi, ma facciamo un affronto a Dio, perché pecchiamo dicendo questo, e diamo la colpa alla Scrittura. Ma Giobbe rifletteva sulla bontà e sulla giustizia di Dio dicendo che la sua afflizione era senza motivo.